Al giorno d’oggi è possibile esprimere la propria creatività artigianale attingendo dal ricco patrimonio culturale e artistico dell’intarsio. In questo breve paragrafo vogliamo passare in rassegna le tappe fondamentali di questa celebre tradizione. In primo luogo, l’ebanista è colui che conosce alla perfezione le proprietà della materia prima: ciò significa preferire stuoie dure – come la robina o la noce, l’ebano o il palissandro – cercando di operare con precisione su speciali paconi spessi circa quattro dita. Nel corso del disegno preliminare, inoltre, è possibile creare moduli cartacei utili per assemblare una fedele anteprima del risultato finale. A tal proposito:
- La Tarsia Certosina consiste nella realizzazione di innesti su legno massello. Gli elementi decorativi pretagliati e sagomati si incastrano perfettamente all’interno dei contorni tracciati nel corso delle fasi preliminari;
- L’Intarsio a Toppo si caratterizza per il concetto di ripetitività; il modulo decorativo è solitamente assemblato a partire da diverse forme poliedriche. Il risultato è fascinoso e suggestivo;
- La variante geometrica – sviluppatasi a Firenze nel 1400 – consente di realizzare intarsi in legno che richiamano alla memoria la precisione delle opere di mosaico. Interessanti gli usi che ancora oggi possiamo fare di questa tradizionale tecnica tricolore.